lunedì 19 aprile 2010

ode a un vulcano con tante consonanti.

mi piaci caro vulcano,mi piaci.
e ti vorrei ringraziare, perchè ci ricordi che
non siamo mica gli unici su questa terra,
che non c'appartiene,
che dobbiamo viverci con tutto quello che c'è su.
fumaci addosso,
posa la cenere sul nostro capo.
facci tornare umili,
meravigliosi
steli vibranti della natura.
grazie, vulcano dal nome difficile.





[e poi, in caso s'andrà in treno,
con i tempi da grand tour settecenteschi]

3 commenti:

  1. Bel pensiero Francesca, condivido!
    Fulvia

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  2. bel pensiero una sega
    e scusatemi il francesismo

    perchè vi assicuro che non è piacevole essere intrappolati a barcellona dovendo tornare a bruxelles con lo spazio aereo del nord europa chiuso da giovedi pomeriggio, con l'aeroporto di barcellona che viene a sua volta chiuso
    con la gente che prende d'assalto i treni che di conseguenza sono tutti completi, con i ferrovieri francesi in sciopero da due settimane così che l'idea di attraversare la francia in trano risulti impossibile

    insomma quando vi toccherà fare un viaggio di tredici ore di notte da barcellona a bruxelles in 5 più bagagli su una yaris con targa norvegese presa a noleggio ne riparliamo

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  3. se si scambia
    il particolare
    con l'universale
    siamo nella merda,
    mio caro rubaquestonick.

    perchè
    comincerebbero a comandare le emozioni
    e,purtroppo,
    mi sa che non siamo ancora pronti a questo.

    poi,
    gli indiani d'america e gli alcolisti
    sono soliti chiedere
    la forza di cambiare le cose che possono,
    di accettare quelle che non possono
    di essere saggi abbastanza da distinguerle.
    questa è una di quelle che non si può.
    tantovale viversela bene, no?

    [oh, poi mi spiace un sacco per i vari viaggi di fortuna che ti è toccato affrontare, ma, su, c'è di mooolto peggio.]

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